Si estende alle pendici occidentali dell’Etna. È un comune del Parco dell’Etna e del Parco dei Nebrodi conosciuto per la varietà del pistacchio verde di Bronte. La fondazione di Bronte può essere di poco successiva o dello stesso periodo di Biancavilla, in quanto smarriti i “Capitoli di Fondazione” non ne conosciamo l’esatta data. In questi “Capitoli” o leggi da osservare si riscontra una certa benevolenza, da parte dei feudatari e/o ecclesiastici. Per decreto dell’imperatore Carlo V d’Asburgo fu creata l’universitas di Bronte nel 1520.
Bronte fu parzialmente danneggiata dall’eruzione dell’Etna del 1651, mentre le colate laviche delle eruzioni del 1832 e 1843 si avvicinarono ai territori di Bronte senza però raggiungere l’abitato. È famosa anche per essere un luogo ricco di arte e cultura. Dal Santuario di Maria SS. Annunziata al Real Collegio Capizzi, fino agli spettacolari paesaggi naturali del Bosco di Centorbi, un querceto sempreverde, e delle Forre Laviche del Simeto, grotte scavate nel corso degli anni dal fiume Simeto.
Tra questi spicca anche il Castello di Nelson un edificio che si trova al confine fra i comuni di Bronte e Maniace, nella città metropolitana di Catania. Fu fondato nel XII secolo dalla regina Margherita di Navarra, sposa di Guglielmo I di Sicilia, in onore del comandante bizantino Giorgio Maniace, principe e Vicario dell’Imperatore di Costantinopoli, i cui discendenti erano imparentati con la casa reale d’Altavilla.
Venne donata in perpetuo insieme al feudo (15.000 ettari di superficie) nel 1799 dal re Ferdinando I delle Due Sicilie (a quel tempo Ferdinando IV Re di Napoli) all’ammiraglio inglese Horatio Nelson per gratitudine di aver represso la Repubblica partenopea, salvandogli il regno. Oggi il complesso è stato musealizzato.