Il ficodindia è uno dei frutti più buoni della Sicilia in tutte le sue varianti, giallo-arancione sulfarina, rosso porpora sanguigna e bianco muscaredda. Segno distintivo della vegetazione selvaggia dell’Isola sia per bellezza sia per il pregiato sapore. Nel 2013 ottiene il riconoscimento D.O.P, come quello della città di San Cono, la prima produttrice di Fichi d’India d’Europa.
Sarà in scena il prossimo week- end dal 14 al 16 ottobre, all’interno della villa comunale di Belpasso con la “Sagra del Ficodindia dell’Etna DOP”. Degustazioni, show cooking, produzioni locali, artigianato e il concorso “EtnaDulce” con il Premio della Critica dedicato a Turi Piana (sono ancora aperte le iscrizioni), in cui i concorrenti dovranno presentare le proprie dolci creazioni con base ficodindia.
E poi ancora un convegno a cura di EuroAgrumi sull’importanza delle proprietà del ficodindia; un laboratorio del gusto a cura dell’ONAV Catania sull’abbinamento del vino con il ficodindia e la mostarda; un’estemporanea di pittura visite guidate a cura del CAI alla volta dei siti museali Belpassesi: il “Mecanè” sui Carri di S. Lucia e il “V. Bruno”, museo etnoantropologico e archeologico.
Sarà, inoltre, un’edizione all’insegna della musica con gruppi di forte richiamo. Nella giornata di sabato 15 ottobre, infatti, grande show Sicilia cabaret, musica e risate con i “Falsi d’Autore” che si esibiranno nelle cover più amate della musica italiana. Mentre domenica 16 ottobre la Sagra chiuderà con il grande gruppo “Malarazza 100% Terrone” che darà vita ad un concerto rock, folk, etnico, fusi in un genere unico; un evento imperdibile e coinvolgente per ogni fascia d’età.
L’O. ficus-indica è nativa del Messico. Da qui, nell’antichità, si diffuse tra le popolazioni del Centro America che la coltivavano e commerciavano già ai tempi degli Aztechi, presso i quali era considerata pianta sacra con forti valori simbolici.
Una testimonianza dell’importanza di questa pianta negli scambi commerciali è fornita dal Codice Mendoza. Questo codice include una rappresentazione di tralci di Opuntia insieme ad altri tributi quali pelli di ocelot e di giaguaro.
La pianta arrivò nel Vecchio Mondo verosimilmente intorno al 1493, anno del ritorno a Lisbona della spedizione di Cristoforo Colombo. La prima descrizione dettagliata risale comunque al 1535, ad opera dello spagnolo Gonzalo Fernández de Oviedo y Valdés nella sua Historia general y natural de las Indias.
È una pianta succulenta arborescente che può raggiungere i 4-5 metri di altezza. Il fusto è composto da cladodi, comunemente denominati pale: si tratta di fusti modificati, di forma appiattita e ovaliforme, lunghi da 30 a 40 cm, larghi da 15 a 25 cm e spessi 1,5-3,0 cm, che, unendosi gli uni agli altri formano delle ramificazioni. I cladodi assicurano la fotosintesi clorofilliana, vicariando la funzione delle foglie.
È una pianta resistente all’aridità che richiede temperature superiori a 0 °C, al di sopra di 6 °C per uno sviluppo ottimale. Temperature invernali prolungate al di sotto di 0 °C, pur non costituendo un fattore limitante per le piante selvatiche, deprimono l’attività vegetativa e la produttività delle piante in coltura e possono portarle al deperimento.
La potatura, da eseguirsi in primavera o a fine estate, serve ad impedire il contatto tra i cladodi, nonché ad eliminare quelli malformati o danneggiati. Per migliorare la resa è opportuna una concimazione fosfo-potassica, preferibilmente organica.
La tecnica della scozzolatura, il taglio cioè dei fiori della prima fioritura, da eseguirsi in maggio-giugno, consente di ottenerne una seconda fioritura, più abbondante, con una maturazione più ritardata, in autunno.
La diffusione capillare in Sicilia, lo storico e ampio uso che se ne fa nella cucina siciliana hanno portato il ficodindia ad essere inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) come prodotto tipico siciliano.
Su proposta della Regione Siciliana sono stati riconosciuti anche i seguenti prodotti tradizionali come eccellenze specifiche del territorio:
Ficodindia della valle del Belice
Ficodindia della valle del Torto
Ficodindia di San Cono
Bastarduna di Calatafimi
Il ficodindia di San Cono e il ficodindia dell’Etna sono inoltre riconosciuti come prodotti a Denominazione di origine protetta (DOP).