Ottobre è la freccia silenziosa che colpisce un acino d’uva e lo trasforma in vino”. Risate, grida, pampini, il manico della roncola, le ceste per deporre i grappoli, i carri e il profumo di vita che si respira nell’aria.  È questa la vendemmia che domina il mese di settembre e anche gran parte di ottobre.

Ma che cos’è esattamente?

La vendemmia è il momento in cui l’uva, coltivata in vigna durante tutto l’anno, viene raccolta e portata in cantina per iniziare il processo di vinificazione, che con la fermentazione alcolica degli zuccheri contenuti negli acini maturi trasformerà il mosto in vino. Rappresenta non solo un momento di festa e di incontro, ma anche un evento annuale legato al lavoro in vigna. Un rituale ricco di fascino e mistero che si celebra nelle tradizioni agricole di tutta Italia e che da sempre ha in sé un valore sia storico che antropologico.

Qual è il periodo ideale per la vendemmia?

In base al tipo di vino che si intende produrre, si tengono in considerazione parametri diversi che variano a seconda dello stato di salute delle uve, che deve consentire di prolungarne la maturazione fino al momento ideale.

La maturazione tecnologia è il momento ottimale per la raccolta e trasformazione dell’uva, individuato mediante la misura della concentrazione delle sostanze determinanti per il buon esito della vinificazione. Si ricerca il miglior rapporto tra la concentrazione di zuccheri e degli acidi nell’uva.

Le uve devono arrivare in cantina integre e sane, senza schiacciamento degli acini che potrebbe causare fermentazioni spontanee indesiderate. Esistono principalmente due approcci alla vendemmia, quello manuale e quello meccanizzato.

Il primo è fatta dall’uomo tagliando i grappoli dal peduncolo con le apposite forbici e adagiandoli in cestelli o piccole cassette contenenti al massimo 15-20 chili. Durante il raccolto viene fatta attenzione alla qualità dei grappoli, scartando quelli attaccati dalla muffa. Le cassette saranno infine trasportate in cantina dove l’uva viene pigiata e diraspata, ricavando il mosto che diventerà vino. La vendemmia manuale è fonamentale in alcune particolari situazioni quali la pendenza del terreno o il sistema di allevamento impiegato (es. le pergole) oppure per vigneti di piccola dimensione.

La vendemmia meccanizzata avviene utilizzando macchine vendemmiatrici, dotate di una “testata di raccolta” che è libera di muoversi e si adatta in continuo alla mutevole disposizione dei ceppi evitando danneggiamenti della vegetazione. Dei dispositivi detti “scuotitori” provvedono al distacco dell’uva, imprimendo uno “scuotimento” che può essere verticale od orizzontale, fino a provocare il distacco del peduncolo dei grappoli dalla pianta che cadono su dispositivi di ricezione. L’altezza di raccolta, il numero, l’ampiezza, la frequenza, la distanza e l’accelerazione dei battitori sono regolate manualmente o automaticamente dal posto di guida.

 

Per le produzioni di qualità è necessario separare gli acini idonei da quelli alterati. Anche in questo caso la selezioni può avvenire in modo manuale o attraverso l’uso di dispositivi quali tavoli di cernita vibranti o dispositivi di cernita ad identificazione ottica, in grado di trattare grandi quantitativi di uve come quelli derivanti da vendemmia meccanizzata. Dopo la selezione, le uve vengono inviate alla vinificazione.

I dati delle ultime due vendemmie, confermano che la Sicilia ha una buona resistenza ai cambiamenti climatici. Questo grazie alla sua posizione nel cuore del Mediterraneo, ai suoi microclimi e alle sue varietà indigene.

Assovini Sicilia vuole essere portavoce e pioniera nel guidare, con nuovi modelli, il futuro della vitivinicoltura siciliana e sviluppare nuove conoscenze e know-how in grado di affrontare le sfide in legate al climate change. Se la siccità sta mettendo in ginocchio il Nord, la Sicilia si dimostra più resiliente e preparata.

Adottare tecniche agronomiche sostenibili, nonché potature adeguate, forme di allevamento e portinnesti idonei all’ambiente pedoclimatico dell’areale, è l’unico strumento possibile per poter fronteggiare in modo adeguato la siccità e l’effetto dei cambiamenti climatici.

Curiosità

Le prime testimonianze della vendemmia risalgono a al 10.000 a.C. nelle zone della Mezzaluna Fertile. Qui la raccolta dell’uva si inseriva in una vera e propria cerimonia religiosa di ringraziamento agli dei per i frutti riservati dalla terra all’uomo.

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